Colapesce – La malvagità

Colapesce - La malvagità

🎶 Colapesce ci trascina nel lato più oscuro dell’animo umano con “La malvagità”, una canzone dall’atmosfera inquietante che riflette sulla natura del male. Con un testo profondo e immagini forti, Colapesce ci fa riflettere su come il male si insinua nella vita quotidiana, a volte nascosto, altre volte esplosivo.

Se vuoi immergerti in una canzone che unisce introspezione e sonorità suggestive, non perderti “La malvagità” su Radio Sound. Scopri l’arte di Colapesce e lasciati affascinare da un brano che ti farà pensare. 🎧

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COLAPESCE – “LA MALVAGITÀ” IN ROTAZIONE SU RADIO SOUND – LA CANZONE INEDITA SECONDO ESTRATTO DA “IDDU – THE SICILIAN LETTERS” LA COLONNA SONORA SCRITTA DA COLAPESCE PER IL FILM “IDDU” E VINCITRICE A VENEZIA 2024 DEL PREMIO SOUNDTRACK STAR AWARD 2024

“La Malvagità” (Numero Uno/Sony Music) il secondo estratto da “IDDU – Sicilian Letters” (Numero Uno/Sony Music), la prima colonna sonora, dell’omonimo film, scritta da Colapesce che ha composto le musiche originali del film “IDDU” – presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 dove ha conquistato il premio Soundtrack Star Award 2024, come miglior colonna sonora – scritto e diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con protagonisti Elio Germano e Toni Servillo.
“La Malvagità” è l’unica canzone inedita presente nel film e che lo chiude accompagnando il finale e i titoli di coda. Il brano, ispirato e scritto dal Colapesce appositamente per l’opera cinematografica, ci racconta di un’umanità che non riesce a fare a meno del male. Da sempre forza motrice oscura della storia del mondo e degli esseri umani. Il mix e master è di Pino Pinaxa Pischetola.

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L’album “IDDU – Sicilian Letters” è disponibile in preorder (https://shor.by/IDDUsicilianletters) ed uscirà il prossimo 11 ottobre. Un lavoro evocativo che affonda le radici nella grande tradizione italiana delle musiche per il grande schermo, dal M° Ennio Morricone a Egisto Macchi e Fiorenzo Carpi, ma riuscendo nello stesso tempo a proiettarla nella contemporaneità. Unendo tradizione e innovazione, luce e oscurità, con richiami anche ai mondi sonori di compositori come Jon Hassel e band come i Popol Vuh. Un racconto in musica che ci mostra una Sicilia inedita, occulta e opprimente dove non c’è quasi mai il sole. Scritto e arrangiato da Colapesce – che ha appositamente sonorizzato le immagini del lungometraggio, in un ricco e complesso lavoro di studio dove ha anche suonato diversi strumenti – con la preziosa collaborazione in fase di scrittura e produzione di Federico Nardelli e gli archi del M° Davide Rossi. A cui si aggiungono anche Alessandro Bottachiari alla tromba e il coro Schola Gregoriana Mediolanensi. Mentre il mix e master è stato curato da Ivan Antonio Rossi.

Un rapporto quello di Lorenzo con il cinema da sempre speciale, nel 2023 ha debuttato come attore e sceneggiatore, insieme a Dimartino, nella loro opera prima, il cult movie “La primavera della mia vita” che li ha visti trionfare ai Nastri D’argento conquistando ben due premi: il Nastro d’Argento per “la miglior colonna sonora” e il premio “Hamilton Behind The Camera 2023”

Video – Colapesce – La malvagità

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Colapesce – La malvagità

Colapesce - La malvagità

Testo – Lyrics

La malvagità appartiene all’uomo
Si muove di giorno
La notte nel buio se ne sta
È una stella

La malvagità ride, gioca e spara
A volte si pente se cade
Nel buio se ne sta
È un sasso

E non le importa di nessuno
Se stai male, forse meglio
Le promesse sono fiamme senza il fuoco

E quando canta a squarciagola vedi il diavolo
Un testamento senza eredità
Si prende pure il cielo

La malvagità non conosce il freddo
Si scalda col pianto
L’amore è una vigliacchеria
È sabbia

E non le importa di nessuno
Se tu soffri, tanto mеglio
Le promesse sono fiamme senza il fuoco

E quando canta a squarciagola vedi il diavolo
La morte è solo una formalità
Si prende pure il cielo

Na-na-na-na-na
Il cielo

Significato

“La malvagità” di Colapesce è una canzone enigmatica e inquietante che esplora il concetto del male come una forza insita nell’uomo. Il testo descrive la malvagità come una presenza che si muove liberamente di giorno, mentre si ritira nel buio della notte, sottolineando come essa possa manifestarsi in modi subdoli e distruttivi. Le immagini del “sasso” e della “stella” evocano la dualità della malvagità, che può sembrare lontana e immobile, ma anche implacabile.

Colapesce dipinge un quadro oscuro e cinico, in cui le promesse sono “fiamme senza il fuoco”, e la sofferenza altrui viene ignorata, se non addirittura alimentata. Il diavolo, simbolo del male assoluto, appare quando la malvagità “canta a squarciagola”, un richiamo all’impatto devastante del male quando si manifesta apertamente. La morte, vista come una “formalità”, è un ulteriore segno del disprezzo della malvagità per tutto ciò che è umano e sacro.