Mentre l’ondata di Covid-19 attraversava l’Europa, la musica è divenuta, senza dubbio, una nuova forma di resistenza allo stress e alla preoccupazione per le migliaia di persone che, a causa di questa devastante pandemia, si sono trovate ad essere confinate.
Ma perché la musica ha avuto un ruolo così importante durante la crisi covid-19? Diversi neuroscienziati, hanno studiato questo particolare fenomeno. La decifrazione dei loro studi ha, tra l’altro, evidenziato come tutti fossero particolarmente preoccupati, non sapendo, specialmente all’inizio, cosa realmente stesse succedendo. Quando venne decretato, per la prima volta, il confinamento in Italia, la popolazione si trovata ad affrontare, in modo veloce e senza alcuna preparazione, una situazione senza eguali. In pratica, mancavano quei presupposti, quei particolari punti di riferimento a cui affidarsi, per trovare la soluzione per come affrontare il lockdown a causa del coronavirus.
La musica, fedele compagna di quei momenti tranquilli antecedenti al covid-19, dunque, è divenuta una preziosa risorsa, un’ancora a cui affidarsi, un salvagente con cui poter affrontare la perigliosa e turbolenza successione di tragici avvenimenti. Tutti gli italiani, hanno deciso che la musica diventasse un epico caposaldo, un baluardo ove provare a resistere, una roccaforte dove poter trovare un sicuro rifugio. Per diversi giorni e diverse notti, durante il confinamento, quasi da ogni finestra, echeggiavano note canzoni, melodie improvvisate da amanti della musica, così come veri e propri concerti virtuali realizzati da orchestre professioniste. C’era un’atmosfera speciale.
Molte persone sui balconi, su terrazze e affacciate dalle finestre, traevano una positiva energia dall’ascolto di quelle note musicali molto speciali. Nonostante le mille difficoltà e le infinite paura, la musica permetteva che si andassero ad instaurare degli incredibili legami che, quasi sicuramente, non si sarebbero creati se tutti avessero continuato con quella che, ante coronavirus, era la loro routine quotidiana.
Come oggigiorno è divenuto nomale il forex trading online, in quel momento prendersi un drink e iniziare a parlare con i vicini di balcone ascoltando la musica, era un modo per superare i drammi che aleggiavano pesantemente sulle nostre vite. In quel marzo del 2021 mentre l’ondata di Covid – 19 spazzava tutta l’Italia e il contenimento diveniva una dura realtà, si poteva trovare un po’ di pace ascoltando la musica. Le strade deserte le riunioni di famiglia e di amici vietate. Il nostro abituale mondo si era andando a limitare al minimo indispensabile.
Rassegnati a quella che, sempre più appariva essere una sorta di arresto domiciliare, imparammo ad organizzare una nuova vita nel chiuso delle nostre case. Irrinunciabile momento sociale, era divenuto quello che ci vedeva, alla sera, aprire le nostre per applaudire a sostegno di tutti coloro i quali stavano combattendo in prima linea il coronavirus. Il tutto accompagnato dalle note musicali.
Una resiliente colonna sonora che, tuttavia, era tristemente rotta dal cupo suono delle sirene delle autoambulanze e dai costanti negativi bollettini medici, forieri di un altissimo numero di vittime. Eppure, nonostante gli sfavorevoli avvenimenti, in una sorta di forte ribellione ad un così triste fato, gli italiani hanno iniziato a ascoltare e fare musica, anche per combattere l’ansia e l’isolamento. Dai mini-concerti alle canzoni collettive, famiglie e interi quartieri sono divenuti, loro malgrado, protagonisti di gioiose cacofonie.
Un vero e proprio movimento che, grazie alla potenza del web, in un baleno diventò virale al punto che città come, ad esempio, New York, Parigi, Londra e Berlino ne replicano e ne amplificano la portata. Anche i musicisti professionisti, dal loro luogo di confinamento, ben presto, iniziarono ad offrire concerti. I media fornirono ore e ore di musica di ogni tipo. Vi è, poi, chi si esibì in note melodie e chi, invece, ne compose di nuove. In modalità virtuale orchestre e cori, elargirono successi classici.
Andando a concludere, limitati nel nostri movimenti e privati del contatto fisico, le persone, durante il lockdown a causa del coronavirus, hanno potuto ritrovare un po’ di gioia, anche attraverso l’esperienza comune della musica.